CORPUS CHRISTI

foto C1

Anonimo Maestro Toscano – inizio XVI Sec. Legno intagliato policromo – altezza 79 cm.  

L’opera riporta a quelle attività di scultura Fiorentina influenzate dalla tecnica tedesca o del nord-Europa, ma rielaborate con la sensibilità di Donatello e Brunelleschi fino all’evoluzione Michelangiolesca; probabilmente realizzato per la devozione privata, nell’invenzione e nella misura dei volumi oltre che nella rappresentazione del volto del Cristo, traspare il segno costante di una religiosità diretta ed emozionale.

Sono evidenti i caratteri di una grande abilità tecnica non solo nella descrizione dell’anatomia e dei dettagli in genere: l’eleganza del torace, le lunghe braccia (mobili, fissate alle spalle della figura con perni lignei) con una muscolatura tesa e quasi architettonica, la morbida piega del capo ed il volto compassionevole e sereno. Il legno probabilmente da frutto è intagliato con cura oltre che patinato in una ricerca quasi pittorica dei volumi e delle incidenze chiaroscurali.

Un particolare importante e spesso ignorato è costituito dalle braccia mobili, dettaglio che riconduce al mondo Francescano in Toscana (ed in particolare in Santa Croce dove commissionarono il Cristo Crocifisso di Donatello di cui ci parla il Vasari) infatti in alcune occasioni questo Cristo abbassava le braccia, assumendo la forma della Imago Pietatis cara alla devozione anche nel Cinquecento. Le braccia mobili dunque permettevano di deporre il corpo di Cristo dalla Croce il Venerdì Santo affinchè fosse esposto su un apposito catafalco; Questa dimensione teatrale rientra nella tradizione Francescana delle sacre rappresentazioni ed è plausibile che il nostro Crocifisso sia frutto della committenza di una Confraternita o di un’importante famiglia devota.