Cristo e l’adultera

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GIO. DOMENICO CAPPELLINO
(Genova 1580 – 1651)
Cristo e l’Adultera
Olio su tela, cm 113×143
Provenienza: Roma, mercato antiquario.
Bibliografia: inedito.
“Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra”: questa celebre frase fu rivolta secondo il Vangelo di Giovanni da Gesù agli scribi e ai farisei desiderosi di conoscere il suo parere circa una condanna alla lapidazione da infliggere a una donna sorpresa in adulterio che avevano condotto dinnanzi a lui (Giovanni 8, 1-11).
È l’accentuazione della gestualità dei personaggi che permette di seguire sulla tela qui presa in esame tale narrazione evangelica, quasi fotogramma ravvicinato del momento in cui Cristo si accinge a pronunciare le parole poc’anzi riportate, che provocheranno il repentino tirarsi indietro dei vili accusatori, dopo aver tracciato al suolo alcuni segni interpretati, in assenza di una precisa indicazione nella sacra scrittura, in vario modo dall’esegesi biblica. Una delle spiegazioni più seguite vede i peccati degli stessi scribi e farisei in attesa di una risposta da Gesù elencanti sotto i loro stessi occhi.
Il nome di Giovan Battista Paggi, indicato negli anni Settanta quale autore del dipinto prima da Mina Gregori e successivamente da Giuliano Briganti, viene a essere respinto a favore di uno dei suoi allievi più affezionati, quel Gio. Domenico Cappellino che il biografo genovese Raffaele Soprani racconta essere stato per il suo «volto assai delicato, e ornato di capelli naturalmente ondati, e coloriti d’oro» preso a modello negli angeli dipinti dallo stesso Paggi (Soprani 1674, p. 186).
Soprani, assiduo frequentatore degli atéliers dei pittori genovesi attivi intorno alla metà del Seicento dapprima nelle vesti di apprendista e poi in quelle di collezionista, ci restituisce un resoconto assai attendibile della parabola artistica del Cappellino, a suo dire discendente in quanto allontanatasi dal ‘verbo’ paggesco per inseguire la dirompente ondata caravaggesca che aveva raggiunto l’ambiente artistico genovese già nel secondo decennio del XVII secolo tramite la presenza di opere e dei loro stessi artefici, seguaci del Caravaggio (Boccardo, Orlando 2005).